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Monumento Naturale la Selva
Nel territorio del Gal Terre di Pre.Gio, adagiato su un costone tra gli uliveti e i campi coltivati, alla quota di 300 metri sul livello del mare, c’è un piccolo bosco che si estende per soli 25 ha. Questo piccolo lembo di foresta costituisce un’importantissima testimonianza di quello che erano i boschi di bassa quota fino ai primi anni del ‘900 ed è chiamata la Selva di Genazzano.
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L’ambiente montano dei Monti Prenestini e dei Monti Ruffi è caratterizzato da boschi costituiti da carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) e roverelle (Quercus pubescens Willd.), aceri(Acer campestre L.) e poi faggi(Acer campestre L.). La Selva di Genazzano invece stando a quote più basse è costituito da specie di querce come le farnie(Quercus robur L.) e sopratutto il raro e caratteristico farnetto (Quercus frainetto Ten.). Una specie di quercia che nel nostro paese cresce solo al centro e nell’Italia meridionale.
La selva di Genazzano fu sfruttata per molti anni per ricavarne legna tramite gli usi civici e gli ultimi tagli risalgano ai primi anni 70 del secolo scorso. Quindi non ci sono esemplari secolari e questo bosco non ha caratteristiche di vetustità, ma dato la sua particolarità di essere uno degli ultimi un boschi naturali di bassa quota dell’area Prenestina e anche della regione Lazio, nel 1990 fu protetto dalle regione Lazio tramite l’istituzione del “Monumento Naturale la Selva”.

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Un’altra caratteristica molto importante di questo bosco è data dal fatto che da 50 anni non si effettuano tagli, così ogni anno che passa aumenta la sua “naturalità”. Il segno tangibile di questo cambiamento sono i numerosi alberi morti che si incontrano e che sono molto importanti per la biodiversità di questo luogo. Infatti più aumenta la biomassa in decomposizione più aumenteranno per esempio gli insetti che si nutrono di essa e tutte le specie collegata ad essi.
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Lungo i facili sentieri della Selva di Genazzano in autunno si potrebbero incontrare bellissimi funghi appartenerti alla famiglia dei Coprinus o stupendi tappeti di ciclamini. Immersi tra questi fiori, funghi e bellissime querce è più semplice capire l’importanza di proteggere questo bosco, testimone di un ambiente quasi totalmente estinto ma di vitale importanza per far capire la complessità del rapporto tra uomo e natura.
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